PIZZA VILLAGE
E noi di PASSIONE STABIA non potevamo mancare alla terza edizione di
questa favolosa manifestazione tenutasi lungo la bellissima via Caracciolo fino
alla Rotonda Diaz; così ho dovuto sacrificare il mio sabato e ho dovuto
collaudare “con mano e con bocca” il villaggio della pizza.
Appena si arriva nei
pressi del Castel dell’Ovo, scrutando in lontananza si notano dei fari “Las Vegas style” che proiettano il loro
fascio nel cielo accompagnati dai fumi prodotti da ben 45 forni. All’ingresso
ci accoglie il profumo della pizza accompagnata da buona musica. Infatti qui la
pizza regna sovrana ma è associata a musica e cabaret. L’enorme palcoscenico
all’inizio “della promenade”
allestito per l’occasione ha visto ospiti Biagio
Izzo, Rita Forte, la
Banda Baccano e i personaggi di Made in Sud.
Io e un migliaio di persone (lo scorso anno sono
state calcolate oltre 300mila presenze) ci siamo subito messi in fila
per il ticket. Tutto ben organizzato. Con soli
10€ si aveva diritto ad una pizza (ogni
pizzeria era libera di poter preparare oltre alle classiche margherita e
marinara, anche una propria specialità), una bibita (acqua, Cola o Birra), a scelta gelato/dolce e caffè (espresso o shakerato). Insomma, un
ottimo menu fisso. Con il biglietto potevi andare in qualunque stand; ogni
stand (ben 45) attrezzato con forno
a legna, un’equipe di pizzaioli e posti a sedere (4400 in totale).
C’era l’imbarazzo della scelta, tutti pizzaioli
storici della città, da Sorbillo al Trianon, fino a Di Matteo e al Presidente.
Io, tentato dal maestro Di Matteo, alla fine ho optato per la pizza di Yoshi,
giovane talento giapponese che infornava in kimono. Ottima scelta, infatti rispecchiava appieno
la mia pizza ideale: ben lievitata, morbida, pomodoro quasi crudo.
Girovagando per gli
stand noto uno spazio molto particolare sormontato da una tabella con scritto :
"Pizzeria dell'impossibile, finché c'è pizza c'è speranza".
Si trattava di un gruppo di pizzaiolo formati da ragazzi, provenienti dal
carcere di Nisida che sotto la guida di Antonio Franco (presidente dell'associazione “Scugnizzi”)
stavano imparando l'antica arte del pizzaiolo, con i maestri Lorenzo
Cancelli e Gennaro Gattimolo. Davvero una bella idea.
Il programma del villaggio prevedeva anche il campionato mondiale del pizzaiolo -
Trofeo Caputo,( 12.ma ed.).
Questo campionato è uno dei più importanti al mondo, una vera olimpiade della
pizza. E’ divisa in otto categorie: pizza napoletana S.T.G.; pizza classica; pizza
in teglia; pizza a metro; pizza di stagione; pizza senza glutine; pizza
juniores; gare acrobatiche.
Chiacchierando con un pizzaiolo di uno stand vengo
a conoscenza che si sono sfidati in gara in più di 500 e che il trofeo Caputo è stato conquistato da Davide Civitiello, un discepolo dei
maestri Costa e De Masi. Non vinceva un napoletano da ben otto anni.
Passeggiando, tra tantissime persone quasi sembrava
di non essere sul lungomare di Napoli. E’ stupendo (e quasi strano)pensare che si possa uscire serenamente e godersi la
serata.
Insomma, il messaggio è stato chiaro:
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